“A noi tutti viene donato un grido di speranza: Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto”. Così ci esorta Don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani in una sua lettera indirizzata a tutti coloro che operano nel mondo del penale. Menzionando più volte Papa Francesco vuole arrivare a tutti, il suo messaggio è caloroso e pieno di speranza. Non si esime dal sottolineare come la recente epidemia abbia stravolto la nostra società e reso una situazione, quella delle carceri ancora più difficile. In questo tempo ogni individuo si sente sopraffatto da questa emergenza ed è così che ci si espone. L’uomo è fragile. Nonostante tutto però Dio verrà sempre in aiuto all’uomo: “Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati, perseguitati, ma non abbandonati; colpiti ma non uccisi…” (2 Cor. 8-9). Adesso più che mai c’è necessità di credere e guardare a Dio, a Gesù che non è lontano ma è più vicino di quanto si possa pensare. Egli è presente, come dice Don Grimaldi in tutti gli operatori sanitari, in tutte le persone ammalate, in tutti coloro che stanno vivendo una situazione di disagio. Arriva in modo risonante che adesso il compito di tutti è quello di farsi spalla per il prossimo, quello che conta è fare fronte comune, “remare insieme” per poter superare la tempesta che sta scuotendo e scompaginando il mondo. Questa Quaresima e questa Pasqua particolari non impediranno a Gesù di risorgere. “In questi giorni di Pasqua, nonostante tutto, le campane suoneranno ancora per annunciare il Cristo risorto il Signore si risveglia per risvegliare la nostra fede pasquale.”
Don Grimaldi congedandosi e facendo gli auguri pasquali invita tutti a lasciarsi abbracciare dal Signore, in questo modo si potrà annunciare che Gesù è la speranza e l’unica certezza della vita. Anche noi vi auguriamo una serena Pasqua, che il Signore possa rinascere in tutte le situazioni di disagio ed emergenza.
BUONA PASQUA! A tutti gli uomini che vivono una condizione di reclusione! Quest”anno particolare dovrebbe renderci tutti sensibili attenti e capaci di generosa accoglienza nello spirito a coloro che chiamiamo i detenuti.
Quest’anno particolare mi sono avvertita particolarmente vicina ai tanti che si trovano collocati ( solo temporaneamente lo spero per loro) negli istituti penitenziari. Ho rivolto loro il mio messaggio di preghiera venerdì santo riflettendo, come mi capita da un po’ di tempo sulla condizione di Uomo alle catene di Uomo dei dolori. Chi oggi è l’Uomo dei dolori?
Sono loro isolati dalle regole della società o siamo noi stessi, che ci costruiamo da noi stessi altre prigioni, altre catene?
Affratellati dalla partecipazione e condivisione nella carne,.chiamati alla vita dono preziosissimo, non prescrutiamo le vie per le quali DIO ci ha amati tutti, chiamati alla sincerità alla fedeltà del cuore. Auguri cari uomini, e sia resa grazie a Dio da noi per voi, per apprezzarvi come dono.
Nell’assenza la speranza, questa si anche per la Chiesa che rifletta su se stessa e si adoperi per una vera Risurrezione. Ciao a tutti Maresa