Il mio cambio di prospettiva

Esther Klaassen condivide il modo in cui lei e i suoi colleghi hanno scelto di vedere le “possibilità di Dio” e le opportunità mentre le loro condizioni e il loro lavoro cambiavano in Albania.
Di Esther Klaassen, Amministratore delegato di Prison Fellowship Albania

Conosci M.C. Escher? È un artista che nei suoi disegni e nelle sue incisioni gioca con prospettive possibili ed impossibili. Di recente, sfogliando le pagine di un importante libro sul suo lavoro, sono stata di nuovo stupita di come possa far apparire le cose matematicamente accurate anche se non reali.
A proposito di prospettive…
Il mondo, così com’era, come si adeguava ai nostri concetti e prospettive, è stato improvvisamente cambiato da un virus. Lockdown, coprifuoco, statistiche ed informazioni sulla sanità monopolizzano le notizie e influenzano la nostra vita.
Quando è iniziato il lockdown, mi sono resa conto di non essere una persona che reagisce agendo. Tendo a rinchiudermi, alzare muri ed a strisciare nel mio angolo sicuro. Questo non dà pensieri positivi e mi sono sentita limitata nel mio contributo al lavoro e alle persone bisognose. Era come se non fossi all’altezza in diversi modi.
Escher, che era un maestro della prospettiva, e che noi pensiamo fosse soddisfatto di ciò che ha ottenuto nella vita, ha scritto: “Ogni tanto un sentimento illimitato di indegnità e inferiorità mi affligge, un disperato sentimento di fallimento generale”.
Non è facile adattarsi quando si è costretti a cambiare prospettiva. Ma non siamo noi persone che credono nell’impossibile? La nostra attenzione non è sulla vita che arriva attraverso la morte? Non serviamo un Dio che ci dice di essere come bambini? La prospettiva del Regno non è in contrasto con gran parte del nostro pensiero logico?
In Prison Fellowship Albania, abbiamo intrapreso alcune iniziative per dare un senso a questo periodo di “ministero diverso, ma stessa chiamata”. Abbiamo stilato un piano d’azione che contiene, tra le altre cose, webinar di gruppo, lettere ai prigionieri e formazione professionale autonoma. Molti colleghi hanno risposto di essere felici di mettersi in gioco, di pensare ad opportunità e solidarietà. E molti prigionieri ci hanno risposto incoraggiandoci, raccontando come si aiutano a vicenda e di come portino avanti la loro fede in prigione.
Quindi guarda le cose da un’altra prospettiva: per te, il tuo gruppo ed il tuo ministero.

Non confrontarti con gli altri. Trova le tue occasioni e prospettive uniche.
Sii gentile con te stesso. Un lockdown non riguarda solo il nostro lavoro, limitandoci in ciò che abbiamo sempre fatto, ma ha anche un impatto su tutto il nostro essere.
Prepara un piano d’azione.
Non sforzarti di compiere subito tutte le tue aspettative. Abbi fiducia in Dio per la tua crescita personale e il percorso del ministero durante questo periodo. Produrrà cose inaspettate.
Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa (Isaia 43,19)

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