Guardare nella stessa direzione

รˆ sempre importante poter osservare gli avvenimenti da prospettive differenti. รˆ meraviglioso vedere come spesso coloro che sono guidati da Dio, pur trovandosi in situazioni diverse, concordino su molte cose. Si รจ parlato di Davide e di come lui descriva la situazione dei detenuti in questo momento delicato, adesso รจ il turno di Angelo che racconta gli avvenimenti dallโ€™altro punto di vista. Quello che colpisce รจ la delicatezza e la commozione con cui parla degli eventi che hanno interessato le carceri nei giorni scorsi, anche lui come Davide mette in primo piano il rispetto per il prossimo e la necessitร  di far fronte comune in una situazione di crisi come questa. Il suo credere fermamente nel buono dellโ€™umanitร , nella giustizia e la sua disponibilitร  facendo della sua vita un servizio รจ la dimostrazione che il bene puรฒ sempre vincere. Puรฒ vincere confidando in Dio, come conclude Angelo stesso citando Alessandro Manzoni, โ€œ[โ€ฆ] che non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una piรน certa e piรน grande.โ€

Domenica 8 Marzo festa della donnaโ€ฆ.. ma non cโ€™รจ nulla da festeggiare o da ricordare, non abbiamo lo spirito giusto, la giusta serenitร  per poterlo fare.
Le notizie che arrivano sono apocalittiche, anche lโ€™Italia come la Cina รจ โ€œimpestataโ€ da questo fetente virus che sta portando morti e tristezza in ogni essere umano.
Attraverso la TV iniziano ad arrivare le prime notizie dal carcere di Salerno delle proteste di alcuni detenuti. Il pensiero va ai colleghi e come questa notizia farร  breccia negli altri istituti penitenziari. Lunedรฌ 9 marzo mi trovavo in ferie per accompagnare mio nipote, che arrivava dal Sud, in un paese ad 80 Km dal mio, dove avrebbe iniziato un nuovo lavoro. Mentre ero alla guida dellโ€™auto nel mio telefono continuavano ad arrivare svariati messaggi. Pensai: โ€œli leggerรฒ al mio arrivoโ€. Appena arrivati iniziai a leggere i messaggi del mio telefono. Ricordo mia moglie che, guardandomi nel volto, mi disse: โ€œche succede?โ€ Gli audio e i video che mi inviarono alcuni colleghi di servizio in altri carceri erano tragici. Carceri in fiamme, detenuti evasi, poliziotti penitenziari feriti, detenuti morti. Dopo qualche minuto di silenzio, dove il cuore mi arrivรฒ in gola, telefonai in Istituto per chiedere come era la situazione e se era il caso di rientrare: tutto tranquillo mi risposero dallโ€™altra parte del telefono.
In quei giorni, con molta professionalitร  e senso umano, il Direttore, il Comandante e noi, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, abbiamo comunicato ai ristretti cosa stesse accadendo di catastrofico fuori e che, visto la chiusura dei colloqui, avremmo garantito altri mezzi per comunicare con i familiari.
Adesso sono qui a prendere atto, a poche settimane dalle caldissime giornate che hanno visto coinvolti alcuni Istituti penitenziari in un turbinio di violenze e devastazioni assurde ed ingiustificate, che il problema del Coronavirus ne รจ stato lโ€™alibi.
La frangia piรน violenta dei detenuti di alcuni penitenziari, come detto, ha strumentalizzato le richiamate decisioni assunte dal Governo per fronteggiare lโ€™emergenza โ€œcoronavirusโ€, prese a tutela degli stessi, dei loro familiari e di chiunque in carcere lavori!
Ma io non voglio ricordare questi fatti negativi, frutto di qualche balordo, perchรฉ in realtร  gli Istituti interessati dai fatti violenti gravissimi sono stati una decina sulle circa 200 carceri presenti in Italia.
Quanti saranno stati i detenuti coinvolti in questi fatti incresciosi sui piรน di 60.000 presenti nei vari Istituti penitenziari? Quanti di loro sono stati al rispetto dei decreti e delle regole che venivano e vengono tuttโ€™oggi impartite dal Governo?
Ebbene, la maggior parte di loro ha manifestato la propria sofferenza e le proprie paure con responsabilitร  e senza ricorrere alla violenza, addirittura condannandola e distaccandosi da quelle azioni che hanno portato, e lo dico con molta tristezza, alla morte dei 13 detenuti per abuso di farmaci.
Molti di loro hanno dimostrato una spiccata solidarietร  nei confronti di altri detenuti che, non avendo in possesso denaro, non avrebbero potuto chiamare i propri familiari, unico strumento rimasto.
Io non mi faccio trascinare da ciรฒ che รจ negativo e penso che sia il momento di stringersi e lottare contro un nemico invisibile che non mi farร  cambiare idea sulla parte buona dellโ€™essere umano tanto che, in questo periodo storico cosรฌ triste, che ha sorpreso una generazione incapace di gestire unโ€™emergenza cosรฌ grande, il mio pensiero va a tutti coloro che ci stanno rimettendo la vita, ai governanti, agli operatori sanitari, ai volontari, a tutti coloro che curano la nostra spiritualitร , ma anche a noi forze dellโ€™ordine che con professionalitร , spirito di servizio, coraggio, abnegazione, senso del dovere e soprattutto senso dello Stato, facciamo, con i pochi mezzi a disposizione, tutto quanto รจ nelle nostre umane possibilitร , per gestire gli eventi critici che si verificano ogni giorno, mettendo a rischio la nostra incolumitร , in situazioni molto difficili e tese, dove ciรฒ che fa la differenza รจ spesso la capacitร  di mantenere i nervi saldi, la luciditร  e lโ€™equilibrio. Un ultimo pensiero va al nostro buon Dio, anche Lui in questo periodo accusato ingiustamente, citando un pensiero di Manzoni, questo per dare speranza di un mondo migliore, compreso quello carcerario, โ€œDioโ€ฆ non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una piรน certa e piรน grandeโ€.
Angelo