Che grande gioia!

C’è una grande gioia che un papà e una mamma vivono quando vedono nascere un figlio: questa è la gioia di chi vive esperienze di servizio, missione ed evangelizzazione!

Ogni volta che entriamo in carcere a trovare detenuti,  incrociando i loro occhi scrutiamo con tenerezza, affetto e delicatezza la loro situazione, consapevoli che la limitazione della libertà è una grande e prolungata sofferenza.

Vedere poi questi stessi occhi inondarsi di lacrime o accendersi di luce nuova grazie a momenti di condivisione, fraternità, convivialità è causa di gioia per tutti coloro che entrano nel carcere per annunciare il vangelo, l’amore e il perdono di Dio, mettendosi all’ascolto di coloro che vivono in regime di detenzione.

Per vivere questa gioia, è possibile prepararsi anche con la partecipazione ai corsi di formazione organizzati da Prison Fellowship Italia per tutti i volontari che desiderano mettersi al servizio dei fratelli di Gesù che vivono in carcere. Sì, partecipare al corso formativo per il nuovo progetto “Viaggio del prigioniero-VDP” è stata esperienza simile ai corsi preparto.

Con sapienza e simpatia, nell’oratorio della parrocchia san Maiolo a Novara, Francesco Di Turo ha illustrato a 35 fratelli e sorelle, provenienti da varie parti del Piemonte e Valle d’Aosta, la metodologia, l’organizzazione, lo sviluppo e la conduzione del corso VDP. Secondo tale progetto, in 8 incontri si aiutano i detenuti a trovare nuova luce e speranza attraverso un percorso interiore scandito dalla conoscenza della persona di Gesù tramite il vangelo di Marco. Scoprendo l’identità di Gesù, la sua missione e le esigenze ed implicazioni della sua chiamata per ogni essere umano, i volontari ed i detenuti vivono insieme un viaggio che li conduce anche ad una più profonda scoperta di se stessi, della propria più autentica umanità ed identità, commisurata all’umanità di Gesù e risanata dalla Sua divinità.

Al termine del corso, vissuto nella mattinata del 4 febbraio, i presenti hanno anche avuto la consolazione di ascoltare Antonella Borgarello, che un paio di giorni prima aveva concluso la conduzione di questo corso nel carcere torinese delle Vallette. La sua testimonianza è stata appassionata ed entusiasmante ed ha lasciato in molti dei presenti il desiderio di vivere questo servizio a beneficio dei detenuti.

Ringraziamo Dio per la presenza e partecipazione attiva di tante persone, tra cui anche molti giovanissimi. Ringraziamo Francesco che ci ha donato la conoscenza di questo progetto, trasmettendoci anche la sua passione per questa tipologia di servizio all’uomo. Ringraziamo anche don Silvio Barbaglia,  parroco della parrocchia novarese che ci ha accolto, favorendo ed incoraggiando anche la partecipazione di un gruppetto di parrocchiani.

Dio benedica tutti noi, confermandoci nel desiderio di servirlo  in tutti coloro che soffrono.

Giuseppe Casadei