A meno che Dio non costruisca una casa, noi stiamo solo facendo una baracca

 

Jorge Silva, il coordinatore di The Prisoner’s Journey a livello nazionale, condivide come PF Portogallo ha incorporato la preghiera nei loro impegni nel ministero.

 

Prima di accettare il mio ruolo con Prison Fellowship Portogallo, mia moglie Catarina e io abbiamo pregato per un anno per capire come Dio ci avrebbe potuto usare per il Suo Progetto. Non servivamo in nessun ministero da quando lasciammo il National Presidency of the Christian Motorcyclists Association.

Credo che quella sia stata la risposta che Dio diede alle nostre preghiere – non solo per noi come coppia ma per l’intera comunità della nostra parrocchia locale.

Come strumenti nelle mani di Dio, i momenti di preghiera sono una priorità. Dobbiamo sempre mettere Dio al primo posto e, come Salomone, chiedere un po’ della Sua saggezza così da poter comprendere i desideri del Suo cuore.

Con tutto quello che sta succedendo in Portogallo in questi giorni, è facile “pregare incessantemente” (Tessalonicesi 1, 5:17). So che Dio è in controllo di tutto ciò che succede nel mondo, e anche il Portogallo è nelle Sue mani sante. Inoltre, capisco che questo passaggio valga in più contesti – ed è per questo che il 14 febbraio 2019 abbiamo formato un team di cui la preghiera è uno dei pilastri.

Non tutti i volontari possono fisicamente andare e svolgere il ministero dentro le carceri. Tutti però possono stare in preghiera per coloro che stanno facendo servizio all’interno delle carceri. Questo team è composto non solo dai volontari che danno servizio direttamente per The Prisoner’s Journey (TPJ), ma anche membri delle parrocchie in cui abbiamo presentato il nostro lavoro. Abbiamo parrocchie che dedicano un’ora a settimana di preghiera per il programma.

Catarina prega sempre per la mia protezione quando entro ed esco dalle carceri. Chiede a Dio di usarmi in questo progetto e che le mie parole abbiano risonanza nei cuori di coloro che sono presenti ad ogni sessione. Prega che le guardie possano diventare facilitatori del TPJ, e prega anche per le famiglie e le persone care dei detenuti.

Pregare per i detenuti che hanno portato oscurità nelle vite di altri non è sempre facile per molte persone. Pregare per le famiglie dei carcerati e intercedere per loro è qualcosa che scuote, confonde molte persone, anche coloro che siedono nei banchi delle chiese. Ci sono spesso pregiudizi cristiani e idee radicare che devono essere estirpate per poter far risplendere agli altri il modo di amare di Dio in tutto il suo splendore. La Bibbia dice in Tassalonicesi 1, 5:15 “Guardatevi dal rendere male per male ad alcuno; ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti”.

Molte volte noi – come esseri umani e leader del ministero – proviamo a cominciare a costruire una casa dal tetto, senza nemmeno invitare l’Architetto degli Architetti per mettere le fondamenta. Credo che, come nella matematica ci sono le frazioni il cui numero inferiore è chiamato denominatore, così la preghiera è alla base di tutti gli elementi del ministero. Se nelle frazioni non c’è un comune denominatore, l’equazione non può essere risolta. Dobbiamo tutti avere il comune denominatore in Dio attraverso la preghiera.