“Mamma, un filo mi lega a te” – Una festa speciale al carcere Lorusso e Cutugno di Torino
di Veronica Pellegrin
Il 10 maggio 2025, il carcere femminile Lorusso e Cutugno di Torino ha ospitato un evento unico nel suo genere: la Festa della Mamma, organizzata dai volontari di Prison Fellowship Italia. Il tema scelto per la giornata, “Mamma… un filo mi lega a te”, si ispira al libro di Alberto Pellai Io gomitolo, tu filo, che racconta in modo poetico il legame profondo tra madre e figlio.
Un imprevisto che si trasforma in opportunità
Le volontarie Alessia, Miriam e Veronica, insieme alla referente regionale Antonella, avevano programmato una serie di attività da svolgere con le detenute e i loro figli. Tuttavia, un disguido ha impedito l’ingresso dei bambini, generando inizialmente un clima di tristezza e delusione.
Ma proprio in quel momento di difficoltà è emersa la forza e la sensibilità delle nostre volontarie: hanno asciugato lacrime, accolto emozioni e rimodulato l’intera giornata con creatività e dedizione.
Un filo invisibile che unisce cuori
La partecipazione delle detenute è stata entusiasta: dopo un inizio di canti e giochi per rompere il ghiaccio, le mamme sono state invitate a scrivere una lettera per i propri figli. Le parole scelte, i pensieri condivisi, hanno dato voce a un amore che, pur nella distanza, resta vivo e profondo.
Una sola mamma ha potuto incontrare i suoi due figli: insieme, hanno decorato la maglietta simbolo della festa, regalata da Prison Fellowship. E poi c’era Ahmed, un bimbo di quasi due anni che vive con la mamma detenuta nell’ICAM collegato al carcere. La sua presenza è stata luce pura: ha giocato con tutti ed è diventato “figlio di tutti”, coccolato da detenute, agenti e volontarie.
Il pranzo, il pane e la Nutella
Il momento del pranzo è stato semplice e carico di significato: pane e Nutella da condividere, un gesto che ha il sapore dell’infanzia, della casa, della tenerezza. La giornata si è conclusa con abbracci, sorrisi e parole di gratitudine da parte delle detenute, che hanno sentito forte la presenza di qualcuno disposto ad ascoltare e a camminare con loro.
Quando l’imprevisto diventa grazia
Quella che sembrava una giornata “fallita” si è trasformata in una delle esperienze più autentiche di ascolto, accoglienza e cura. È stata la prima volta che si è celebrata la Festa della Mamma in questo modo nel carcere torinese, e se qualcosa non è andato come previsto, è stato comunque il seme di un futuro da costruire con maggiore consapevolezza.
Le volontarie sono già pronte a ripartire. Con il cuore più grande e il desiderio di tornare a donare sorrisi, relazioni e presenza concreta alle mamme che vivono l’affetto materno dentro le mura di una prigione.