Restiamo umani

L’emergenza Coronavirus spinge gli individui ad una profonda riflessione. Davide lo sa bene ed è proprio lui che offre uno spaccato della vita nelle carceri, apre uno spiraglio che permette di intravedere uomini e donne che vivono sempre isolati dagli altri. Il suo è un richiamo all’umanità. È un invito a guardare aldilà della percezione personale. Giunge spontaneo il parallelismo, chi è all’esterno non riesce a recepire le informazioni che riguardano coloro che stanno all’interno. Chiusi in quella cella quegli individui non hanno altre informazioni se non quelle snocciolate dalla tv, anche la loro routine viene stravolta improvvisamente; da un giorno all’altro scoprono di non poter più vedere i loro familiari. E come ben si sa, non è sempre facile comprendere quello che non si conosce. Colpisce come tutti siano pronti a giudicare. In una situazione come questa non ci si deve mai dimenticare che la persona che si ha davanti è un essere umano, in questi momenti bisogna riconoscersi tali e darsi una mano a vicenda. Non pensare che solo perché qualcuno si trova in una situazione diversa sia inferiore a qualcun altro. Conta stare insieme, fare fronte comune e pregare per tutti coloro che non ce l’hanno fatta e che stanno lottando. Senza giudizi, senza polemica, uniti per uscirne tutti insieme.

Lettera di Davide
Febbraio 2020 nessuno avrebbe mai immaginato risvolti simili Oggi ci ritroviamo rinchiusi, ristretti, limitati nel perimetro delle nostre abitazioni, a dividerci centimetri con i nostri familiari… e per fortuna li conosciamo!!!
Nessuno avrebbe mai immaginato risvolti simili…guardavamo i notiziari che riportavano notizie di un paese asiatico in preda ad una nuova emergenza sanitaria e chissà se i nostri pensieri hanno fatto lo stesso percorso…è possibile che ogni anno c’è una nuova influenza…e arrivano sempre da lì…è vero anche che lì si mangiano di tutto: cavallette, scorpioni, cani e forse persino le farfalle …a volte se le cercano!
Sapere che un problema risiede a migliaia di chilometri di distanza…sapere che il male, il dolore, i cattivi e gli infetti abitano da un’altra parte, circoscritti, relegati in un determinato luogo ci ricorda di quanto è pulita casa nostra, ma soprattutto che ci possiamo permettere il lusso di esprimere giudizi e di prendere le distanze da tutto quello che non ci riguarda.
Rinchiusi nelle nostre celle guardavamo l’evolversi di questa situazione esclusivamente da quello che passava la tv, e dico esclusivamente perché la nostra condizione ci permette notizie solo da tre canali, tv appunto, lettere e colloqui.
Ad un tratto l’emergenza è arrivata qui da noi, prima in un paesino, poi una città, poi una provincia, e ancora una regione…ecco, messe così in fila, sembra che ci abbia lasciato un tempo minimo per prepararci. Per come si allargava, si poteva percepire che la contaminazione sarebbe arrivato prima o poi nel mio paese, nella mia città e così via…da dentro la percezione è stata ben diversa, non avendo confronti su quello che accadeva realmente non si poteva minimamente immaginare un emergenza di tale portata. La percezione di chi guarda solo le notizie al tg, è quella che penso di tutti noi quando guardavamo le notizie al tg riferite alla Cina: non ne potevamo percepire la complessità, al massimo avremmo detto “povera gente”.
Poi all’improvviso la comunicazione di servizio: per problemi legati alla emergenza covid 19 è possibile effettuare i colloqui visivi con i propri familiari con un solo componente per famiglia e con mascherina.
Intanto i telegiornali continuavano ininterrottamente la loro processione sulla situazione in Italia e nel mondo…ma guardando il viso dei miei compagni di cella leggevo la stesa domanda che probabilmente loro leggevano nel mio…e probabilmente era la stessa domanda che si stavano ponendo i 62,000 detenuti delle carceri italiane: “ma come mai parlano di questa emergenza in tutti gli ambiti, ma dei carceri non dicono niente!”.
Nuova comunicazione di servizio: per problemi legati all’emergenza covid 19 si sospendono i colloqui familiari.
Non si fa in tempo a somatizzare una notizia che ne arriva un’altra.
Da qui, con tutto quello che lo precede, …il panico.
Mantova: i detenuti sequestrano il carcere.
Pavia: carcere in rivolta, Fossombrone, Palermo …Napoli
Foggia: 50 detenuti fuggono dal carcere, S.Vittore detenuti sui tetti, 2,4, 6,..10, 12 morti Tremila commenti a riguardo: pugno duro per i rivoltosi, se lo meritano, erano 12 drogati, sono andati subito in infermeria…erano in astinenza, per questo li tengono rinchiusi, … … … … … … A prescindere del motivo …ci siamo dimenticati che parliamo di … … … … 12 MORTI, 12 MORTI, 12 MORTI CI SONO DODICI MAMME CHE STANNO PIANGENDO I LORO FIGLI DODICI MOGLI, FIDANZATE…FIGLI Riteniamo davvero che relegando delle persone in quei posti ci eleggiamo a baluardo della civiltà?
Riflettere su queste morti ci renderebbe troppo umani?
Milano giovedì 26 marzo 2020 Davide M.
P.S. Con rammarico ho appena appreso della notizia di morte di un agente di polizia penitenziaria del carcere di Opera per corona virus …lascia moglie e figlia … Da detenuto penso che in questa situazione difficile tutti debbano fare la loro parte, provando anche a fare fronte comune, ma soprattutto stasera la mia preghiera va alle persone che non ci sono più, sperando che siano in un posto migliore.

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