Giubileo delle famiglie al carcere di Laureana: una giornata di luce, fede e fraternità

LAUREANA DI BORRELLO (RC) – “Oggi la salvezza è entrata in questa casa”: con queste parole del Vangelo di Luca si è aperta sabato 14 giugno una giornata intensa e carica di significato all’interno dell’Istituto Penitenziario ICAt “Luigi Daga” di Laureana di Borrello, in occasione del Giubileo delle famiglie.

L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Prison Felloship Italia, rappresentata da Francesco Di Turo e dai volontari di Rosarno e dal cappellano, don Rosario Rosarno, ha visto la partecipazione del vescovo di Oppido-Palmi, mons. Giuseppe Alberti, riunendo detenuti, familiari, personale penitenziario e volontari in un clima di profonda fraternità.

Il Giubileo – voluto da Papa Francesco anche per i luoghi di detenzione – è stato vissuto come un percorso di riconciliazione e rinascita. Dopo l’accoglienza delle famiglie, il vescovo ha offerto una riflessione sul senso del Giubileo, inteso come cammino di liberazione interiore e comunitaria. L’incontro tra detenuti e familiari si è svolto nel cortile interno, accompagnato da un momento di preghiera allo Spirito Santo.

Particolarmente toccante la testimonianza di una volontaria, che ha raccontato la storia di un giovane detenuto segnato da una profonda trasformazione spirituale. Ogni partecipante ha poi ricevuto una chiave simbolica, su cui scrivere un gesto di cambiamento: un segno concreto per “chiudere” il passato e aprirsi a un nuovo inizio.

Il passaggio attraverso la Porta Santa – decorata con fiori e il logo giubilare – è stato accompagnato dalla consegna di immagini artistiche dell’autore Koder, raffiguranti scene evangeliche di misericordia e compassione: Gesù che abbraccia la Croce, accoglie Zaccheo, o riceve aiuto dal Cireneo.

Tra i momenti più intensi, la preghiera finale multilingue: “I detenuti hanno pregato ognuno nella propria lingua e fede – racconta Franco, volontario –. Voci diverse, ma unite nel desiderio di pace e perdono”.

A fare da filo conduttore della giornata, la lampada del Giubileo donata da Papa Francesco alle carceri: simbolo di una luce che raggiunge anche i luoghi spesso dimenticati. Un segno concreto di speranza, accesa in mezzo a tante storie di fragilità e riscatto.

La giornata si è conclusa con un pranzo conviviale, preparato dai volontari, durante il quale si sono condivisi racconti, sorrisi e abbracci.

L’organizzazione ha visto la preziosa collaborazione della direttrice dott.ssa Caterina Arrotta, del comandante Giuseppe Ramondino, della dott.ssa Simona Prossomariti (area educativa), del personale penitenziario, dei volontari della Cappellania (Luana, Marina, Maria, Anna Maria, Antonella, Francesca, Elena, Cetta, Mariarosa, Mimmo e Franco), dell’associazione “Il Cenacolo”, di don Benedetto (vicario episcopale per la Carità) e di tanti altri volontari silenziosi ma fondamentali.

Una giornata che ha lasciato un segno nel cuore di tutti. Perché – come è stato ricordato più volte – la salvezza può davvero entrare in ogni casa. Anche tra le mura di un carcere.

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